La Pecora Sopravissana
una storia tutta italiana
La Sopravissana è una razza Italiana di pecora domestica originaria della provincia di Macerata, nelle Marche.
È una delle razze Italiane a “derivazione Merinos” in Italia, nata infatti dall’incrocio tra pecore Marchigiane locali (di razza Vissana) e arieti Merinos Francesi di razza Rambouillet, donati dal popolo di Francia al Papa, e distribuiti nelle allora masserie papali nel corso del XVIII secolo.
Il gene Merinos apparve come una mutazione genetica del pelo degli ovini per la prima volta in Sudafrica, visibilmente riconoscibile perché rappresentato da una particolare arricciatura del bulbo pilifero che comporta una maggiore finezza del vello (micron) ed una più alta qualità del lanaggio degli ovini che ne sono provvisti.
Dopo esser stato monopolio degli Spagnoli colonizzatori per secoli (chi infrangeva tale monopolio era soggetto a pena di morte!), che ne requisirono tutti i capi disponibili, attraverso accordi politici divenne “merce di scambio” in virtù di favori e concessioni tra i popoli Europei.
Il nome Sopravissana indica quindi sia l’area di origine (l’alto Valle Nera, nella zona di Ussita, Visso e Castelsantangelo sul Nera – sui Monti Sibillini), sia il “tipo” di pecora, qualitativamente “superiore”, poiché portatrice del gene Merinos (super Vissana -> sopra Vissana), rispetto ai soggetti orginari della zona utilizzati per la sua creazione: le pecore Vissane appunto.
Tradizionalmente quindi, la Sopravissana venne allevata in tutte le Marche, diffondendosi però, attraverso le innumerevoli transumanze, anche in Umbria, Lazio, Toscana ed Abruzzo.
Nel luogo di origine, l’alto Nera, venne curata e selezionata principalmente negli allevamenti delle famiglie Piscini e Rosi, vere e proprie colonne portanti di una pastorizia fiorente lungo tutta l’Italia Centrale fino al dopoguerra.
Lo standard di razza di quei tempi, descrive la Sopravissana come:
[…] di dimensioni nettamente maggiori rispetto alla razza Vissana; robusta, frugale, ben piazzata sui quattro solidi arti. Ottima pascolatrice, pulitrice primaria di falasco e sterpaglie; dotata di ottima lana, che produce abbondante e di ottima qualità […]
[…] è una pecora prolifica, la metà delle greggi hanno parti gemellari. Il latte è poco, ma grasso e con ottima resa.
[…] sia nel giovane (agnello) che nell’adulto (pecora), la carne è saporita, venata, profumata e aromatica.
La Sopravissana era una delle 17 razze di pecore autoctone registrate nel Libro Geneaologico redatto da ASSONAPA, Associazione Nazionale della Pastorizia (ovvero l’associazione italiana degli allevatori di ovini).
Il numero di capi allevati era di 1.200.000 nel 1960, poi ridotto a 765.000 capi nel 1970.
Nel 1995 il numero era sceso solo più a 6000, e nel 2013 il numero totale registrato dei capi ammontava a 5699. Numero ad oggi nettamente dimezzato, tanto da provocarne la chiusura del Libro Genealogico e causare la riapertura di un Registro Anagrafico (dato l’esiguo numero di capi realmente conservati su suolo nazionale).
Da pochi anni, anche in virtù di un rinnovato interesse nei confronti dell’ambiente, delle fibre naturali e della biodiversità locale e Nazionale, la Sopravissana si sta diffondendo in misura leggermente crescente grazie ad alcuni pochi ma volenterosi allevatori che, lavorando soprattutto in cordata, manifestano la volontà forte e intenzioni serie volte a recuperare e valorizzare questa razza, anche con iniziative locali, Nazionali ed internazionali.

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